venerdì 17 giugno 2016

OMICIDIO COX: CHI RISCHIA DAVVERO?

La morte della deputata inglese Jo Cox chiede rispetto e silenzio. Come tutte le morti d'altronde, e soprattutto come tutte quelle violente e ingiuste. E giustamente i due schieramenti pro e anti uscita della Gran Bretagna dalla Unione Europea hanno sospeso la loro campagna referendaria.
Ci sono però subito una serie di riflessioni da fare, basandosi, sia chiaro, sulle poche e contraddittorie notizie che arrivano dalla Gran Bretagna, contraddittorie come il fatto che l'assassino sferrando i colpi mortali abbia gridato "prima l'inghilterra". Alcuni testimoni oculari dicono sia vero, altri dicono di no.
Le certezze che in questo momento abbiamo sono decisamente poche, ma alcune determinanti: per esempio il fatto che dopo giorni di perdita, avuta la ferale notizia i mercati finanziari abbiano guadagnato; già questo dovrebbe farci chiedere chi sono i veri "senza cuore", gli speculatori, i vampiri.
Ma c'è un altro punto, anzi due, su cui bisognerà che qualcuno stia attento, pesando le parole. Stamane, per esempio, tanto per parlare di riflessi in Italia, ho potuto notare dalle rassegne stampa che l'unico quotidiano ad usare la parola "presunto" accoppiato a "nazionalista" è stato Il Fatto Quotidiano. FQ che non si è fermato lì, mettendo a piede di pagina anche un servizio con le varie minacce che in questi giorni sono giunte al popolo inglese da diverse istituzioni internazionali e dai personaggi che le guidano, da Merkel a Obama, da Schaeuble a Tusk, il segretario del tesoro USA Lew, Juncker. 
Implicitamente il giornale diretto da Marco Travaglio pare voler dire: "Ma chi è che ha davvero attizzato questo fuoco, ha alimentato la rabbia e l'odio? Se colpe ci sono, sono da entrambe le parti". Tesi che tende all'equità, ma che sarebbe anche discutibile, dato che non risultano minacce da parte dei sostenitori del Brexit ai cittadini della UE o degli USA, ai membri della Commissione Europea o a quelli del Senato statunitense... Ma sorvoliamo. 



La questione nel suo complesso l'abbiamo capita: l'uscita della Gran Bretagna avrebbe sopra tutto un effetto politico, quello di far capire ai tanti cittadini della Unione Europea che fuori da questa gabbia c'è assolutamente vita, con un effetto domino da tutti riconosciuto in primis da Romano Prodi
Per quel che riguarda gli aspetti economici, è fin troppo chiaro che i problemi sarebbero più per la UE che non per la "perfida Albione", come perfettamente esplicitato da decine di articoli e studi, ve ne segnalo solo uno tanto per darvi una idea
Se poi l'obiettivo finale è il TTIP... beh, come è pensabile che l'alleato storico degli USA non sia della partita?
Ma lasciamo da parte i dati certi, le supposizioni e le dietrologie, e torniamo al tragico accadimento. 
Dicevo di due rischi, che non sono per i cittadini ma per la propaganda di regime che immarcescibilmente sta cavalcando già l'onda (ovviamente accusando sempre "gli altri" di farlo, perché non dimentichiamo che "noi siamo buoni e giusti, voi siete cattivi"): 
il web ci ha abituati alla divulgazione di notizie che rigorosamente il mainstream tace, notizie che spesso nascono o da inchieste di giornalisti indipendenti, quei pochi che rimangono, o addirittura dalla capacità di unire i puntini di alcuni utenti che poi stuzzicano l'inchiesta giornalistica; 
1 - cosa accadrebbe se domani dovessimo scoprire che la mano del "folle" (altro dato che pare certo è che l'assassino abbia disturbi mentali) sia stata in qualche modo armata o indirizzata? Quali sarebbero le conseguenze proprio per la già disastrata Unione Europea? Ma sopra tutto quali sarebbero le conseguenze per coloro che senza alcun dubbio hanno divulgato la tesi del "pro-brexit violento"? 
2 - cosa accadrebbe se domani dovessimo scoprire che l'assassinio c'entra nulla con la propaganda referendaria?
In entrambi i casi, coloro che danno già per certo tutto "l'impianto accusatorio" rischiano pesantemente, rischiano la faccia e, se è vero che le masse possono divenire incontrollabili, anche qualcosa di più, perché nelle guerre "i soldatini" sono sempre i primi a cadere. 
La violenza genera solo violenza, su questo credo che saremo tutti d'accordo. Ma la violenza non è solo quella delle armi - anche su questo ormai saremo tutti d'accordo - è anche quella delle parole, degli atteggiamenti, della divulgazione di notizie non perfettamente verificate, del non rispetto delle regole... 
Questo feroce omicidio, che lascia due bimbe orfane della loro mamma, una famiglia nel dolore, una comunità in lutto, andrebbe trattato con i guanti bianchi, anzi immacolati, con silenzio e discrezione, limitandosi a quello che il giornalismo pare non sapere più fare: la divulgazione delle notizie, con relativa sospensione delle opinioni. 
L'opinione non è giornalismo. Un tempo, il fondo del direttore era un una tantum, oggi la priorità o la regola. 
Tutto si è distorto, per quali fini possiamo solo immaginarlo. 
Gli effetti di questa distorsione, però, si riverberano concretamente sulla vita della gente. 
Quindi, silenzio, discrezione e sopra tutto: rispetto di coloro che la pensano diversamente da noi, chiunque siano e comunque la pensino, senza avere la presunzione di essere migliori in nome delle nostre idee. 
Perché alla fin fine, a giocare col fuoco ci si brucia.  

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